Quali danni può causare il reflusso esofageo ai nostri denti?




Non sempre le patologie dentarie sono una conseguenza diretta di un problema legato alla dentatura, alle gengive o alle mucose. Esistono infatti alcune malattie a carico di altri organi presenti nel nostro organismo che possono determinare o dare origine ad importanti patologie odontoiatriche. 

È questo il caso del reflusso gastroesofageo, un disturbo legato all'apparato digestivo e alla sua attività che spesso può causare danni di varia entità anche alla bocca ed in particolar modo alla dentatura.


Il reflusso gastroesofageo attanaglia numerose persone costrette a convivere con continui attacchi di bruciore allo stomaco, capaci di coinvolgere anche l'esofago, quando i succhi gastrici risalendo, lo raggiungono. In quest'ascesa naturale, accade che la loro risalita non si fermi nel tratto dell'esofago ma raggiunga la bocca. Una volta giunti all'interno della bocca, la presenza degli acidi contenuti nei succhi gastrici può produrre una serie di effetti nocivi tra i quali l'irritazione della mucosa orale, la comparsa di afte, l'ipersensibilità dei denti e sopratutto l'erosione dentale.


COSA ACCADE?


Quando un soggetto è affetto da reflusso gastroesofageo può facilmente incorrere in fenomeni di erosione dentale. Gli effetti provocati da questo tipo di erosione sullo smalto dei denti sono piuttosto visibili e mettono il paziente in una condizione di notevole disagio estetico nell'affrontare le relazioni sociali. Oltre a coloro che hanno problemi di reflusso, anche i pazienti che soffrono di bulimia e gli abituali consumatori di agrumi e di cibi e di bevande ricche di sostanze acide possono essere coinvolti da episodi erosivi. 

Se la vostra domanda è "Come mai si verifica tutto ciò?", la risposta è piuttosto semplice: sono proprio gli acidi presenti negli agrumi e nei succhi gastrici che si formano all'interno dello stomaco che risalendo fino al cavo orale, corrodono gradualmente i tessuti duri del dente fino a provocarne l'esposizione della dentina.

Risultato? I denti si ingialliscono e si assottigliano e lo smalto perde via via di vigore creando zone di trasparenza, soprattutto in corrispondenza dei bordi degli elementi dentali. Altra conseguenza diretta di questo passaggio è lo sviluppo dell'ipersensibilità termica, ovvero di un'amplificata intolleranza alle sensazioni di freddo e di caldo provata dai denti nel momento in cui, riducendosi lo smalto che li riveste, si scopre la polpa che resta indifesa e più esposta alle reazioni termiche e alle aggressioni batteriche.

Diverso è il fenomeno dell'abrasione meccanica causata dal bruxismo o dal digrignamento notturno che a differenza dell'erosione dentale coinvolge l'intera superficie del dente.





COME COMPORTARSI?


La prima cosa da fare per affrontare il problema è agire sulla sua causa: bisogna partire dunque dalla cura della patologia gastrica, ricorrendo ad uno specialista gastroenterologo che indaghi la natura del reflusso e dia indicazioni specifiche circa il piano terapeutico più adatto per sanarlo, e per interrompere la risalita dei succhi gastrici verso la bocca. Le prime indicazioni del gastroenterologo sono sempre volte a suggerire un cambio di direzione del modello alimentare adottato, poiché è proprio l'assunzione continuativa di determinati cibi e bevande che può favorire la comparsa del reflusso. Questo approccio si rivela fin da subito un valido aiuto ed in molti casi, si dimostra addirittura risolutivo per l'eliminazione definitiva del problema.

A scopo informativo, indichiamo di seguito i cibi e le bevande che possono favorire questa patologia gastrica:
  • cioccolato
  • agrumi
  • aglio e cipolla
  • pomodori
  • spezie piccanti
  • insaccati
  • cibi salati 
  • alimenti grassi
  • alcolici
  • tè e caffè
  • bibite gassate

Ne consegue che escludere questi alimenti dai pasti o limitarne l'assunzione è assolutamente consigliabile per chi soffre di reflusso, ma occorre fare di più: bisogna necessariamente cambiare le proprie abitudini! 
  1. È importante effettuare almeno 5 pasti al giorno, riducendo per ciascuno le quantità di cibo introdotte.
  2. Occorre masticare più lentamente i cibi.
  3. Bisogna evitare i riposini pomeridiani post pasto che rendono più difficoltoso il processo digestivo.
  4. È utile svolgere regolarmente attività sportiva e seguire uno stile di vita sano.

Solo dopo essersi allineati a queste poche ma indispensabili regole, lo specialista, qualora lo ritenga opportuno, indicherà la prescrizione di una terapia farmacologica, per quei casi in cui si renda necessario. Il suo contributo risulta dunque indispensabile per guidare il paziente attraverso un percorso medico e comportamentale che gli consenta poco a poco di trovare giovamento.


COME AIUTARE I DENTI?


Una volta arginato o risolto il problema gastrico, bisognerà occuparsi dei denti. È fondamentale agire sullo smalto dentale, cercando di rafforzarlo e di renderlo il più possibile immune alle aggressioni esterne. La prevenzione è sempre la migliore arma!
A tale scopo risulterà utile l'utilizzo abituale di un colluttorio protettivo specifico che salvaguardi la superficie dentale dai fenomeni erosivi prodotti dagli acidi gastrici.

Quando invece il danno è già presente, sarà il dentista ad indicare quali trattamenti odontoiatrici eseguire per mettere in sicurezza il dente aggredito dall'erosione dentale. In caso di danno lieve, la soluzione più idonea è rappresentata dal ricorso alle faccette dentali in ceramica, (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE), quando invece l'erosione è più invasiva l'odontoiatra procede solitamente incapsulando il dente coinvolto. L'avanzare e l'affinarsi delle tecniche d'intervento, oltre che la produzione di nuovi materiali performanti e sicuri come il disilicato di litio consentono oggi di ottenere delle corone più sottili e resistenti, che mettono il paziente nella condizione di sottoporsi all'incapsulamento senza dover necessariamente procedere mediante devitalizzazione, né subire un'eccessiva limatura del dente da trattare, ottenendo così un ottimo risultato sia funzionale che estetico mediante un trattamento non invasivo.





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